Storia di un parto (seconda parte)
Rieccomi!
Tranquilli, non avevo intenzione di interrompere il racconto proprio sul più bello!
Le contrazioni continuavano a susseguirsi ad intervalli sempre più regolari e ravvicinati; verso le due di notte eravamo arrivati a cronometrare una distanza di 7/8 minuti tra una contrazione e l'altra ed una durata di circa 40/50 secondi. Non potevo più rimandare, dovevo prendere una decisione nonostante tutte le mie incertezze e così, preso un bel respiro, ho detto a Gianluca che pensavo fosse il momento di andare in ospedale.
I miei dubbi erano tutti dovuti al fatto che non volevo "rischiare" di presentarmi in reparto in piena notte per un falso allarme o troppo presto per poter essere ricoverata; insomma, avevo paura di creare una gran confusione per nulla ed essere rimandata a casa.
Alle due di quella mattina, però, avevo finalmente deciso che le contrazioni erano abbastanza vicine e regolari da giustificare la mia convinzione di avere iniziato il travaglio.
L'idea era questa: ci saremmo fatti una doccia veloce, avrei preso il borsone con tutto il necessario per me e il bimbo (l'elenco ci era stato fornito dall'ospedale e ormai era pronta da settimane) e saremmo andati verso l'ospedale, distante pochi chilometri.
Sfortunatamente, durante la doccia e i preparativi per la "partenza", ho notato che le contrazioni avevano perso regolarità; ora si susseguivano ad intervalli variabili tra i 10 e i 15 minuti, a volte più vicine ed intense, altre volte più lontane e molto meno intense, ed io ero di nuovo assalita dai dubbi.
Che fare? Andare o aspettare?
Alla fine, ecco la decisione: andiamo a letto, così almeno il mio Amore può riposarsi e non passare la notte completamente in bianco; a tenere sveglia me ci penseranno le contrazioni e in caso di necessità in pochi minuti siamo comunque pronti a partire.
Così, mentre Gianluca russa leggermente accanto a me, io me ne sto sdraiata al buio e tengo d'occhio l'orologio del videoregistratore davanti a me, continuamente indecisa sul da farsi.
Verso le sei del mattino alcune contrazioni particolarmente dolorose dissolvono magicamente ogni dubbio: è ora di andare!!
Provo a svegliare il mio Amore a e spiegargli che è arrivato il momento di andare e finalmente, verso le sei e mezza, riesco a farlo alzare dal letto. Alle sette siamo in macchina ed io, forse per l'agitazione forse per la notte passata in bianco, mi rendo conto di avere un tremendo buco nello stomaco; risultato: prima ed unica tappa lungo il percorso, la pasticceria!
E' stato proprio lungo la strada per raggiungere l'ospedale che mi sono accorta che le contrazioni si susseguivano ad intervalli di 5 minuti (nei casi in cui l'ospedale si trova vicino a casa, è proprio quando le contrazioni hanno questa frequenza che consigliano di uscire di casa).
Venti minuti dopo ero in reparto e arrivata davanti alla prima infermiera che ho trovato in corsia ho detto: "Ciao, io avevo appuntamento oggi a mezzogiorno per fare il quarto tracciato ma non penso di arrivarci!!". In effetti, alla veloce visita che mi hanno fatto subito dopo è risultato che avevo già raggiunto una dilatazione di 5 centimetri e quindi eccomi lì, pronta per il ricovero.
Avevo sempre pensato che mi sarei sentita agitata, nervosa, ma in quel momento ero assolutamente tranquilla, stranamente calma.
Mi hanno accompagnato nella mia stanza: una camera con quattro letti, tre dei quali già occupati da ragazze che avevano già partorito e stringevano contente le loro bambine tra le braccia. Un pò le invidiavo, loro si erano già lasciate alle spalle la parte dolorosa di questa esperienza unica.
Pochi minuti ed è entrata l'ostetrica, ero pronta per la sala travaglio!
In quel momento, lo ammetto, il cuore ha cominciato a battere più in fretta.
Gianluca, che mi aspettava nella saletta comune, nel vedermi è scattato in piedi e tutto imbacuccato tra cuffietta, camicione e sovrascarpe è entrato con me per starmi vicino e godersi la nascita del nostro primo figlio.
La stanza era grande, luminosa e con due letti ( ma in quel momento nella sala c'ero solo io); il tempo di sdraiarmi e subito mi è stato posizionato il macchinario per il tracciato cardiotocografico, indispensabile per monitorare il benessere del bambino e la frequenza ed intensità delle mie contrazioni, ed una flebo. Non restava altro da fare che aspettare che la natura facesse il suo corso!
Non starò certo a raccontarvi minuto per minuto le quattro ore di travaglio; basti sapere che le contrazioni diventavano sempre più dolorose (un dolore che nel mio caso si localizzava solo nella schiena, al centro esatto della zona lombare, talmente forte da non riuscire nemmeno a descrivervelo) e sempre più ravvicinate, tanto che alla fine quasi non riuscivo a distinguerne una dalla successiva.
Gianluca è stato unico, dolce e premuroso, nonchè molto paziente ... se per me il passare del tempo perdeva d'importanza e il dolore mi teneva la mente occupata, per lui dev'essere stata una noia pazzesca passare tanto tempo seduto accanto a me, cercando di aiutarmi e darmi forza.
Una volta raggiunti i 10 cm di dilatazione, a piccoli passi ho raggiunto la sala parto; sono stati i 10 metri più lunghi della mia vita, il lettino mi sembrava una meta quasi irraggiungibile.
Una volta stesa sul lettino, con l'ostetrica e Gianluca sempre vicini a me, il sollievo è stato enorme. Adesso erano tutti lì intorno a me, pronti per momento più bello; solo poche spinte e finalmente avrei potuto abbracciare mio figlio!
Dopo una notte in bianco e diverse ore di travaglio mi sentivo esausta, le spinte richiedevano una forza e una lucidità che facevo fatica a trovare ed il bruciore nei secondi che accompagnavano l'uscita del bambino era fortissimo, ma nel momento stesso in cui l'ho visto nelle mani dell'ostetrica non ho più sentito nulla, solo un benessere, una "leggerezza" impossibili da spiegare a parole....
.... ed un freddo incredibile! I miei denti battevano e tutto il mio corpo tremava, ma non mi ero mai sentita così bene in tutta la mia vita!
Gianluca sorrideva, piangeva e riprendeva tutto (cosa di cui non mi ero neppure accorta). Era il ritratto dell'orgoglio e della felicità.
Tranquilli, non avevo intenzione di interrompere il racconto proprio sul più bello!
Le contrazioni continuavano a susseguirsi ad intervalli sempre più regolari e ravvicinati; verso le due di notte eravamo arrivati a cronometrare una distanza di 7/8 minuti tra una contrazione e l'altra ed una durata di circa 40/50 secondi. Non potevo più rimandare, dovevo prendere una decisione nonostante tutte le mie incertezze e così, preso un bel respiro, ho detto a Gianluca che pensavo fosse il momento di andare in ospedale.
I miei dubbi erano tutti dovuti al fatto che non volevo "rischiare" di presentarmi in reparto in piena notte per un falso allarme o troppo presto per poter essere ricoverata; insomma, avevo paura di creare una gran confusione per nulla ed essere rimandata a casa.
Alle due di quella mattina, però, avevo finalmente deciso che le contrazioni erano abbastanza vicine e regolari da giustificare la mia convinzione di avere iniziato il travaglio.
L'idea era questa: ci saremmo fatti una doccia veloce, avrei preso il borsone con tutto il necessario per me e il bimbo (l'elenco ci era stato fornito dall'ospedale e ormai era pronta da settimane) e saremmo andati verso l'ospedale, distante pochi chilometri.
Sfortunatamente, durante la doccia e i preparativi per la "partenza", ho notato che le contrazioni avevano perso regolarità; ora si susseguivano ad intervalli variabili tra i 10 e i 15 minuti, a volte più vicine ed intense, altre volte più lontane e molto meno intense, ed io ero di nuovo assalita dai dubbi.
Che fare? Andare o aspettare?
Alla fine, ecco la decisione: andiamo a letto, così almeno il mio Amore può riposarsi e non passare la notte completamente in bianco; a tenere sveglia me ci penseranno le contrazioni e in caso di necessità in pochi minuti siamo comunque pronti a partire.
Così, mentre Gianluca russa leggermente accanto a me, io me ne sto sdraiata al buio e tengo d'occhio l'orologio del videoregistratore davanti a me, continuamente indecisa sul da farsi.
Verso le sei del mattino alcune contrazioni particolarmente dolorose dissolvono magicamente ogni dubbio: è ora di andare!!
Provo a svegliare il mio Amore a e spiegargli che è arrivato il momento di andare e finalmente, verso le sei e mezza, riesco a farlo alzare dal letto. Alle sette siamo in macchina ed io, forse per l'agitazione forse per la notte passata in bianco, mi rendo conto di avere un tremendo buco nello stomaco; risultato: prima ed unica tappa lungo il percorso, la pasticceria!
E' stato proprio lungo la strada per raggiungere l'ospedale che mi sono accorta che le contrazioni si susseguivano ad intervalli di 5 minuti (nei casi in cui l'ospedale si trova vicino a casa, è proprio quando le contrazioni hanno questa frequenza che consigliano di uscire di casa).
Venti minuti dopo ero in reparto e arrivata davanti alla prima infermiera che ho trovato in corsia ho detto: "Ciao, io avevo appuntamento oggi a mezzogiorno per fare il quarto tracciato ma non penso di arrivarci!!". In effetti, alla veloce visita che mi hanno fatto subito dopo è risultato che avevo già raggiunto una dilatazione di 5 centimetri e quindi eccomi lì, pronta per il ricovero.
Avevo sempre pensato che mi sarei sentita agitata, nervosa, ma in quel momento ero assolutamente tranquilla, stranamente calma.
Mi hanno accompagnato nella mia stanza: una camera con quattro letti, tre dei quali già occupati da ragazze che avevano già partorito e stringevano contente le loro bambine tra le braccia. Un pò le invidiavo, loro si erano già lasciate alle spalle la parte dolorosa di questa esperienza unica.
Pochi minuti ed è entrata l'ostetrica, ero pronta per la sala travaglio!
In quel momento, lo ammetto, il cuore ha cominciato a battere più in fretta.
Gianluca, che mi aspettava nella saletta comune, nel vedermi è scattato in piedi e tutto imbacuccato tra cuffietta, camicione e sovrascarpe è entrato con me per starmi vicino e godersi la nascita del nostro primo figlio.
La stanza era grande, luminosa e con due letti ( ma in quel momento nella sala c'ero solo io); il tempo di sdraiarmi e subito mi è stato posizionato il macchinario per il tracciato cardiotocografico, indispensabile per monitorare il benessere del bambino e la frequenza ed intensità delle mie contrazioni, ed una flebo. Non restava altro da fare che aspettare che la natura facesse il suo corso!
Non starò certo a raccontarvi minuto per minuto le quattro ore di travaglio; basti sapere che le contrazioni diventavano sempre più dolorose (un dolore che nel mio caso si localizzava solo nella schiena, al centro esatto della zona lombare, talmente forte da non riuscire nemmeno a descrivervelo) e sempre più ravvicinate, tanto che alla fine quasi non riuscivo a distinguerne una dalla successiva.
Gianluca è stato unico, dolce e premuroso, nonchè molto paziente ... se per me il passare del tempo perdeva d'importanza e il dolore mi teneva la mente occupata, per lui dev'essere stata una noia pazzesca passare tanto tempo seduto accanto a me, cercando di aiutarmi e darmi forza.
Una volta raggiunti i 10 cm di dilatazione, a piccoli passi ho raggiunto la sala parto; sono stati i 10 metri più lunghi della mia vita, il lettino mi sembrava una meta quasi irraggiungibile.
Una volta stesa sul lettino, con l'ostetrica e Gianluca sempre vicini a me, il sollievo è stato enorme. Adesso erano tutti lì intorno a me, pronti per momento più bello; solo poche spinte e finalmente avrei potuto abbracciare mio figlio!
Dopo una notte in bianco e diverse ore di travaglio mi sentivo esausta, le spinte richiedevano una forza e una lucidità che facevo fatica a trovare ed il bruciore nei secondi che accompagnavano l'uscita del bambino era fortissimo, ma nel momento stesso in cui l'ho visto nelle mani dell'ostetrica non ho più sentito nulla, solo un benessere, una "leggerezza" impossibili da spiegare a parole....
.... ed un freddo incredibile! I miei denti battevano e tutto il mio corpo tremava, ma non mi ero mai sentita così bene in tutta la mia vita!
Gianluca sorrideva, piangeva e riprendeva tutto (cosa di cui non mi ero neppure accorta). Era il ritratto dell'orgoglio e della felicità.
5 Commenti:
ciao..wow..ke emozione..davvero..sto x diventare mamma ank io..e spero ke passero' tutto quello ke hai passato tu..auguri di cuore...ciao
sono valeria io ho partorito il 5 marzo..tutto bene . ora rileggndo la storia del parto vorrei tornare indietro a quel martedi notte pi bello della mia vita anche se tuti i secondi sono stampati nella mia mente. il vostro gigante come cresce. io grazie a tisane al finocchio ho scampato il pericolo coliche e nn appena spengo la luce per magia dorme 7 ore. e alla mattina mi manca tantissimo e lo sveglio. un bacio
be complimenti Claudio è davvero un batuffolo, ha preso dalla mamma x fortuna. In bocca al lupo!! texsa
ciao ragazzi. ho letto tutto d'un fiato il vostro blog. tutto. la vostra avventura per intero, le cose belle e i momenti bui. io e il mio compagno iniziamo a pensare di fare un bimbo, e leggervi mi ha fatto capire tante cose, mi ha dato forza, coraggio, consapevolezza.
grazie di cuore, davvero.
e complimenti per il vostro cucciolo...un amore di bimbetto...aspettiamo nuove foto!
un bacio a tutti e tre
cinzia
;-)
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