"Piccolo" crollo
Oggi è domenica e Gianluca dovrà restare al lavoro fino a domani mattina; ovviamente, questo significa che io sarò a casa, da sola. Fin qui nulla di strano: colazione, telefonata della mamma, pranzo, pulizie... poi quel libro, "lettera a un bambino mai nato" di Oriana Fallaci.
L' avevo già letto, anzi divorato, parecchi anni fa, quando ancora l' idea della maternità non mi sfiorava neppure lontanamente; lo ricordavo fluido e struggente, tristemente cinico ma indiscutibilmente lucido, la cronaca semplice e dettagliata di una gravidanza e della sua tragica conclusione in un aborto.
Mi ricordavo di avere pianto, ma non avrei mai pensato che nel rileggere quelle righe oggi mi sarei immedesimata a tal punto; voglio dire, mi sembra incredibile che le frasi di un libro stampato più di 10 anni fa, le parole di una persona così lontana da me, rispecchino così totalmente il mio stato d'animo e le mie emozioni. Una persona che non ho mai conosciuto è stata capace di descrivere perfettamente quello che io, pur essendoci passata da poco più di un mese, non ho trovato il modo e le parole adatte ad esprimere.
" Non sono una persona che si spaventa alla vista del sangue. Ma quando ho visto quella macchia i miei occhi si sono annebbiati e le mie gambe si sono piegate. M' ha invaso il panico, poi la disperazione, e mi son maledetta. Mi sono accusata di ogni colpa verso di te che non potevi proteggerti, così piccino e indifeso. [...] Ha ragione lei. Non cresce più. Almeno da due settimane o forse da tre. [...] Non ho risposto nulla. Non ho fatto un gesto. Non ho battuto un ciglio. Sono rimasta lì con un corpo che era pietra e silenzio. Anche il cervello era pietra e silenzio. No vi si annidava un pensiero, una parola. L'unica sensazione era un peso insopportabile sopra lo stomaco, un piombo invisibile che mi schiacciava come se il cielo mi fosse precipitato addosso: senza far rumore ".
E solo pochi giorni più tardi, lei sapeva che era questo che avrei vissuto e, soprattutto, pensato:
" Sono giorni che te ne stai chiuso lì dentro, senza vivere e senza andar via. Allo stesso tempo, però, non ho alcuna fretta di toglierti e sarebbe difficile individuarne il motivo. Forse l'abitudine a stare insieme, addormentarci insieme, svegliarci insieme, sapermi sola senza essere sola? Forse il sospetto illogico che si tratti di un errore e convenga attendere ancora? O forse perchè tornare ad essere quella che ero prima di te non mi interessa più? Mi piaceva essere l'unica padrona della mia vita ed ora che lo sto per tornare, semplicemente non mi interessa più ".
Fa ancora male, incredibilmente male....
Il pensiero torna spesso a quei giorni, a quei momenti e l'oggi per qualche attimo si dissolve, non c'è più, e ci si ritrova in un altro mese, in un altro giorno, ad un test di gravidanza positivo, si rivive la gioia mista all'incredulità di quel momento, alle carezze sulla pancia, alle mille attenzioni e gli occhi si riempiono di lacrime. Poi mi giro e lì, seduto accanto a me, c'è lui che mi accarezza i capelli mentre guarda la televisione e penso a quanto sono fortunata.
Fortunata ad avere accanto una persona che mi ama e che sa dimostrarmelo ogni giorno; un uomo, forte e solido come dev' essere un uomo, ma capace di piangere e di mostrarsi vulnerabile di fronte ad un dolore così immenso. Anche per questo lo devo ringraziare.
Il momento di crisi è passato, scrivere aiuta; già si fa strada nei miei pensieri la voglia e l' attesa della prossima gravidanza e mi è tornato il sorriso!
Oggi
Sono passati 11 giorni dal raschiamento, la terapia medica (Methergin) è finita e con lei se ne sono andate anche le perdite ed i dolori al basso ventre; io e Gianluca siamo tornati a Napoli ed alla "normalità".
Confesso che non è stato facile superare tutto questo, prima fra tutte ovviamente la perdita del nostro bambino, ed ammetto che non possiamo neppure dire sinceramente di esserci lasciati tutto alle spalle (cosa che credo non avverrà mai completamente); ma con l'aiuto del tempo, delle persone che ci vogliono bene e di GIANLUCA, che resta sempre e comunque sopra ogni cosa, posso in tutta onestà affermare che il peggio è passato e che siamo felici, assolutamente pronti ad affrontare una nuova maternità, se possibile ancora più forti e più uniti di prima.Nei giorni che sono seguiti alla diagnosi di aborto, ho letto e trovato un pò di conforto in un forum; mi sono sempre e solo limitata a leggere, e presto ho smesso anche di fare quello, non ho mai contribuito con un mio post, probabilmente per quella parte un pò orgogliosa ed un pò riservata del mio carattere che mi spinge a voler affrontare tutto da sola, a sorridere sempre di fronte agli altri anche quando dentro sto male. Forse semplicemente non ho sentito il bisogno del sostegno di chi, come me, ha passato questa bruttissima esperienza, di condividere con loro il mio personalissimo dolore, ma penso comunque che sia un'iniziativa fantastica e, soprattutto, utile per tutte quelle persone che trovano proprio nella solidarietà e nel confronto con gli altri un motivo di sollievo. Per questo motivo, ho aggiunto il forum tra i link di questo blog.
Ci siamo...il raschiamento
Alle 7 in punto eravamo sulla soglia del reparto di ginecologia ed ostetricia, alla ricerca di un'infermiera, mi fanno accomodare in sala d'attesa e, dopo pochi minuti (che a me sono però sembrati un'eternità) mi sono venute a chiamare.
Avevo il cuore che batteva all' impazzata, in fondo era il primo intervento chirurgico della mia vita, anzi, adesso che ci penso era la prima volta che avevo a che fare con gli ospedali, almeno come paziente.
Mi hanno fatto entrare in una stanza con altri tre letti e con un pò di sollievo ho notato che nessuna delle presenti doveva partorire (due signore dovevano essere operate dopo di me, mentre la terza era già stata operata il venerdì); sul forum avevo letto di ragazze che, in attesa del raschiamento, erano state messe in stanza con delle partorienti e, data la particolarità del momento, si erano sentite ancora più tristi e depresse.
Mi hanno fatta spogliare ed ho indossato uno di quei fantastici camicioni aperti sul di dietro; una foto ricordo così conciata era d'obbligo e Gianluca non ha perso l'occasione!
Dopo aver posizionato un assorbente sotto il cuscino, stesa sul lettino mi hanno portata nel blocco operatorio, dove mi hanno salutato e dove sono state sostituite da altre due infermiere, altrettanto dolci e sorridenti. Lì, prima di entrare nella sala operatoria vera e propria, mi hanno fatto indossare una cuffia e sono passata su un altro lettino, quello su cui avrei affrontato l'intervento, dotato di due stivaloni di gommapiuma e plastica in cui ho infilato le gambe fino al ginocchio assumendo la classica posizione da visita ginecologica. Questo mi permetteva di rimanere nella posizione più corretta ed allo stesso tempo di essere assolutamente comoda.
La sala operatoria era (neanche a dirlo) luminosissima, con Gianna Nannini che cantava in sottofondo; prima mi hanno provato la pressione sul braccio sinistro, mentre sul destro mi infilavano la cannula per la flebo, un saluto al chirurgo, uno scambio di battute con le infermiere, i sensori per rilevare il battito cardiaco, un ultimo sguardo all'orologio sulla parete di fronte a me (le 7.35) poi ...... il nulla.
Mi sono sentita chiamare per nome due volte e quando ho aperto gli occhi ero di nuovo nella stanza del reparto, con la flebo al braccio e gli slip usa e getta dell'ospedale addosso; erano le 8.45.
Gianluca è arrivato poco dopo, per entrare nella stanza aveva dovuto aspettare che i medici finissero il giro delle visite; mi ha preso la mano e l'ha stretta forte, mi ha dato un bacio e poi, forse per la stanchezza accumulata, ha cominciato a farneticare qualcosa su come io fossi uscita dalla sala operatoria ridendo e chiacchierando con le infermiere che spingevano il mio letto, di come lui si sia avvicinato al letto mentre passavo e di come io l'avrei guardato facendogli un sorriso e salutandolo con un "ciao amore!!"......mah, io non ricordo niente e su questo mi prende sempre in giro.
Alle 11 già volevo alzarmi, non ce la facevo più a starmene a letto ed alle 14.15 mi hanno tolto la flebo ma purtroppo non siamo riusciti a lasciare l'ospedale tanto presto come speravamo; dovevamo aspettare l'arrivo dell'anestesista, che ci avrebbe dato il via libera; dopo aver provato pressione e temperatura (per escludere febbre), finalmente alle 17.45 siamo tornati a casa.
Uniche prescrizioni:- 20 gocce di Methergin 2 volte al giorno per 7 giorni; il farmaco causa contrazioni dell'utero, aiutandolo a tornare alle dimensioni normali e ad espellere eventuali residui e piccoli grumi di sangue;
- niente sesso per 10 giorni circa (sempre meglio aspettare di finire la terapia, in modo che cessino piccoli dolori e perdite);
- dosaggio delle BetaHCG dopo 14 giorni.
Gli esami
Stamattina sveglia presto perchè alle 7.30 dovevamo presentarci all'ospedale.
Non sapevo quali fossero gli esami da fare ed ero un pò abbattuta all' idea di dover perdere un' intera mattinata, se non oltre, in reparto; in realtà, gli esami erano ben pochi:- Prelievo del sangue;
- Elettrocardiogramma a riposo;
- Incontro con l'anestesista, per la raccolta dell'anamnesi, di eventuali allergie e per la scelta del tipo di anestesia da effettuare.
Nel complesso, non abbiamo "perso" più di 3 ore e devo dire di aver trovato delle infermiere veramente gentili e sorridenti..... proprio io che detesto aghi ed ospedali, devo ammettere che mi sono sentita stranamente a mio agio.
Ora rimane l'ultimo grosso scoglio: l'intervento!
L'appuntamento è per domani mattina alle 7.00, sarò la prima ad andare in sala operatoria; mi hanno spiegato che l'intervento sarà molto breve, 10 minuti circa, e che si svolgerà in anestesia generale, seppur leggera.
Casa dolce casa
Dopo una notte passata tra le corsie dell'autostrada e quelle dell' ospedale di Cento, finalmente alle 5 del mattino, dopo un viaggio di 5 ore, eravamo al pronto soccorso di Cento e da lì al reparto di ginecologia e ostetricia; dopo pochi minuti di attesa (la dottoressa era in sala parto, sigh sigh) mi hanno visitata: prima ispezione manuale, seguita da un' attenta ecografia transvaginale e compilazione del modulo di accettazione. La stanza era stra-pulita, luminosa e spaziosa.... il confronto con il reparto di ginecologia di Frattamaggiore era inevitabile ed inutile è, ancora una volta, il commento.
Una volta accertato l'avvenuto aborto, la dottoressa mi dà appuntamento per il lunedì perchè ci sono da fare gli esami che precedono l'intervento, che invece avrà luogo martedì.
Ovviamente alla dottoressa non è passato inosservato il fatto che l'aborto risalisse a quasi un mese prima e mi ha chiesto come mai avessi aspettato tanto per l'intervento; dopo averle raccontato tutta la mia storia ha preferito evitare commenti.... io ancora una volta NON HO PAROLE.
Alle 6 del mattino suoniamo il campanello di casa dei miei genitori, che avevamo tenuto all' oscuro della nostra improvvisa partenza da Napoli per non fare passare una notte in bianco anche a loro.
Devo ammettere che il viaggio è stato lungo; già dopo un paio d' ore mi sentivo la schiena a pezzi ed avevo anche cominciato ad avere perdite di sangue con conseguenti dolori di pancia, ma non c'è niente di meglio che sentirsi a casa!
Si torna a casa!!
Dopo una perfetta cena a base di carne e vino rosso, eravamo stesi sul divano a prendere in giro i concorrenti di un nuovo reality di canale 5 e a ridere come pazzi quando ad un tratto mi sento il viso scottare. Mi porto la mano alla fronte e decido di provarmi la febbre: 37.5°.
Un pò allarmata da questo sintomo (anche perchè erano già un paio di giorni che, soprattutto la sera, mi sentivo un pò febbricitante) telefono al ginecologo il quale mi dice di andare subito al pronto soccorso di Frattamaggiore e di farmi ricoverare; lui sarebbe passato a controllarmi il mattino seguente. Sul momento accetto, lo saluto e dò la notizia al mio amore che, un pò per la brutta sorpresa e un pò per la "pesantezza" della situazione, rimane immobile sul divano a guardarmi con gli occhi lucidi.
Mi ero lasciata trascinare dagli avvenimenti ma mi sono bastati pochi minuti per riprendere il contatto con la realtà ed insorgere in un improvviso: "io qui non ci resto, portami a Bologna!".
Nemmeno il tempo di finire la frase che Gianluca ha già in mano il borsone da riempire per il viaggio e mi dice che anche lui aveva avuto la stessa idea: mai più a Frattamaggiore!!
E' così che, messe due magliette in valigia e chiuse le persiane di casa, senza nemmeno sparecchiare, alle 23.45 di venerdì notte siamo partiti.... destinazione Bologna, finalmente!!!!!
8 Commenti:
Ciao, sono una ragazza di 26 anni e 2 giorni fà ho perso anche io il mio piccolo. Purtroppo ho subito anche io il tuo stesso intervento...che dire...grazie per aver descritto le tue sensazioni, mi hai aiutata a sentirmi meno sola. Emma.
Ciao Emma!Mi fà piacere che tu abbia deciso di condividere con me questa tua bruttissima esperienza.Ricorda sempre che non sarai mai sola! Fortunatamente ci sono tanti blog in cui puoi ritrovare le tue stesse emozioni e tanti forum in cui condividerle. Ti abbraccio forte e un grandissimo in bocca al lupo per il futuro, di cuore!!
Il 22 dicembre ho saputo che il mio bambino aveva un difetto genetico (acrania), tra il 28 e il 29 ho abortito (hanno procurato il travaglio e dopo il raschiamento). Sono arrivata al tuo blog perchè da quel giorno mi capita spesso di vagare ne web alla ricerca di risposte o non so che altro. Ancora ho problemi all'utero e, almeno fisicamente, non sono riuscita a mettere da parte questa esperienza.
Ho letto solo l'ultimo post,
Tanti auguri!
Titti
Titti, ti capisco benissimo, anche se la mia esperienza probabilmente è stata meno pesante, sia psicologicamente che fisicamente, rispetto alla tua.Comprendo benissimo il tuo desiderio di risposte, anche quando con tutta probabilità proprio non ce ne potranno essere; è dura lasciarsi tutto alle spalle ... posso solo dirti che con il tempo ti sentirai un pò meglio. Non ho intenzione di consolarti dicendoti che la prossima gravidanza andrà meglio, che sono cose che succedono, che è già successo a tante prima di te, che è stato meglio scoprirlo quando ancora si poteva "rimediare" perchè porare a termine la gravidanza sarebbe stato peggio .... Tutte stronzate!Sapere questo non aiuta a stare meglio, perchè non è con la mente, con il raziocinio,che si soffre. L'unico aiuto che ti posso dare è abbracciati forte (seppur virtualmente). Un bacio
Cara Giorgia,
anche io ho perso il mio piccolo a 10 settimane.
Vederlo lì sul monitor, presente, ben attaccato ma senza vita è un'esperienza che solo che l'ha provata, può realmente capire come ci si sente.
Abbiamo, con mio marito, provato per circa un anno ad averne e, finalmente, a marzo la lieta notizia...a maggio si è trasformata in una cattiva notizia, purtroppo.
Ieri ho fatto il raschiamento e adesso voltiamo pagina.
Mi hanno detto che non c'entro niente, che nn ho fatto nulla di sbagliato ma che, semplicemente, madre natura ha deciso così. Il mio bimbo aveva a quanto pare una cromosomopatia che non gli avrebbe permesso, comunque, di sopravvivere. Lo so, meglio così, ma il vuoto che ti rimane è grande.
Baci
Ho trovato il vostro blog per caso e come te (siamo nel 2009 e il post è del 2006...ho letto tutta la vostra storia) ho letto in particolare un forum che mi parlava di storie simili alla mia. Alla mia prima gravidanza, al nostro primo tentativo di avere un bambino la nostra gioia era a mille...e a mille era anche il nostro dispiacere quando tutto è finito...perdite, dolori, contrazioni, espulsione naturale e infine raschiamento...solo una settimana fa. E adesso siamo in quel limbo che ti porta a non poter/voler riprovare, ma allo stesso tempo con la voglia di maternità/paternità che esplode, tanta tristezza nel cuore ma comunque tanto amore tra noi due che vorremmo condividere con qualche piccolo esserino.La vostra storia mi riempie di gioia. Grazie di aver condiviso anche con chi non vi conosce, siete di aiuto. In bocca al lupo per tutto! (Vince Zelda)
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