Il diario On-Line del nostro primo bimbo:
Una storia lunga oltre i classici 9 mesi.

venerdì, agosto 25, 2006

Inaspettata, la notizia...

E' passato appena un giorno dal mio ultimo post... questa è una data che non dimenticheremo mai.....
Vado in bagno prima di uscire per andare al lavoro e mi accorgo di avere macchiato le mutande di sangue. La perdita non era stata molto abbondante e neppure di un rosso acceso, ma lo stesso ho avuto un tuffo al cuore....d' improvviso, senza che avessi avuto il tempo di formulare un pensiero preciso, le lacrime hanno cominciato a scorrermi lungo le guance, mi sentivo la testa vuota, non riuscivo a pensare.... una sensazione mai provata prima, davvero strana per poterla spiegare a parole. Con gli occhi ancora gonfi di lacrime e la voce rotta dai singhiozzi, incredula di quanto stava succedendo, vado dal mio amore, seduto sul divano e, senza sapere bene cosa dire e come dirglielo sbotto: "amore, ho perso sangue..." e il pianto ricomincia.
Lui ovviamente resta immobile e silenzioso per alcuni secondi a digerire la notizia appena ricevuta e decisamente inaspettata; poi, anche se con voce indubbiamente preoccupata, mi abbraccia e mi dice: "amore, non preoccuparti, vedrai che non è nulla" seguito da "se ti fa sentire più tranquilla, adesso ti porto al pronto soccorso".
Impossibile dargli torto; in quei primi tre mesi avevamo letto un' infinità di consigli medici e forum sulla gravidanza e le perdite di sangue, se minime, non associate a forti dolori al basso ventre e soprattutto dopo un rapporto sessuale, sono considerate un fatto più che frequente ed assolutamente privo di conseguenze negative.
Prima di uscire per andare al lavoro leggo altri forum sull' argomento, forse sperando così di calmare le mie paure trovando la serenità nelle mille storie a lieto fine, ma l' idea del pronto soccorso non era comunque da scartare.
Sono rientrata a casa alle 19 e subito siamo partiti per l'ospedale di Frattamaggiore, il più vicino a casa, un pò in ansia ma con l' ottimismo a farla da padrone; e forse è stato proprio quell' ottimismo che dominava ogni nostro pensiero a trasformare quella che sarebbe sicuramente stata una doccia fredda, in una vera e propria doccia GELATA.
La diagnosi è stata di aborto spontaneo interno, non prima però di avermi fatto aspettare, seminuda e a gambe aperte su un lettino ginecologico rattoppato alla meglio con del nastro adesivo da pacchi, in uno stanzino buio e sporco, che l' unico macchinario per l'ecografia transvaginale iniziasse a funzionare, cosa che ovviamente NON è avvenuta. Quindi, con il cuore in gola per l' ansia dell' attesa, mi sono rivestita e ci hanno fatto cambiare stanza; l' attrezzatura per l' ecografia addominale funzionava e, con il tatto che solo un povero deficiente può avere, mi è stata comunicata la diagnosi. Ovviamente il passo successivo sarebbe stato il ricovero per il raschiamento (dato che si trattava di un aborto interno e per di più avvenuto circa tre settimane prima), ma il medico di turno ha pensato bene di sollevarsi da ogni responsabilità asserendo che il reparto era chiuso per disinfestazione (ma quando mai!!!!!!) e facendomi firmare che ero stata IO a rifiutare il ricovero. Credetemi, pur di andarmene da quello schifo di posto, in quel momento avrei fatto qualunque cosa!
Io e Gianluca eravamo rimasti impassibili fino a quel momento, decisamente pallidi e muti, ma impassibili; appena rimasti soli ed usciti dall' ambulatorio, però, inevitabilmente ci siamo abbracciati stringendoci forte e versando litri di lacrime.... non riuscivamo a crederci, non poteva essere vero.... ci siamo guardati negli occhi e, quasi contemporaneamente (cosa che ci succede sempre più spesso) abbiamo deciso di andare a Napoli, in un altro pronto soccorso.
La mia seconda (e decisamente ultima!!!!!) esperienza in un ospedale di Napoli, in questo caso il Cardarelli, non merita nemmeno di essere presa in considerazione; figuratevi che non mi hanno nemmeno fatto un' ecografia. Dopo un' attesa di oltre 30 minuti ed una visita "manuale" di forse 2 secondi sono stata congedata con un "vedrai che non è nulla, qualche perdita in gravidanza è più che normale e comunque, anche se dovesse essere in corso un aborto, noi non potremmo fare nulla". I commenti sulla sanità in questa città indecente li lascio a Gianluca, molto più bravo di me per queste cose; io, dal canto mio, penso che ogni commento risulti superfluo e che le attribuisca un' importanza che certo non merita.
Abbiamo passato un venerdì sera triste ed insolitamente silenzioso, anche se molto dolce, fatto di coccole ed abbracci tra le lacrime.

Una giornata "normale", un pomeriggio "normale", la Giorgia era in bagno per prepararsi per andare al lavoro ed io ero già sul divano, Joypad della 360 in mano, Battlefield 2:Modern Combat come gioco...
Ad un tratto vedo la Giorgia arrivare in salotto, beh la Giorgia ha la carnagione bianchissima, ma in quel pomeriggio era come un fantasma, sbiascica:"...sangue...perdita..." e poi incomincia a piangere.
Il gelo, non so come spiegare, un brivido lungo un' eternità frullava nel mio corpo. In un attimo miliardi di pensieri. Poi mi risveglio e chiedo: "...dolori...???". Un rassicurante no mi dona un pò di speranze, in internet avevamo letto di piccole perdite con assenza di dolore senza conseguenze, ma ormai il virus del pensiero di aver perso il bimbo girava all' impazzata nella mia corteccia celebrale, milioni di connessioni in eterna eccitazione, stavo impazzendo: "...ti porto subito all' ospedale..."
Il mio amore mi rassicura sulla suo star bene e mi dice:"...dopo, quando torno dal lavoro...".
A malincuore, accetto il suo volere, non so se per scaramanzia o follia, accetto.
Solito bacio e la Giorgia varca l' uscio di casa.
Rimbambito, passai quelle 2-3 ore? non ricordo, ricordo solo che per la prima volta giocai senza cuffie, senza microfono, senza mordente.
Diversamente dal solito, mollo il gioco, senza spegnere la console e senza uscire dalla stanza, inizio a prepararmi per il verdetto. Una doccia, stranamente lunga, e poi i vestiti. Sono le 18 e qualche cosa, Giorgia ancora non arriva. Inizio a interrogarmi su tutto. Devastante. Provo a riprendere il Joypad, ma continuo a giocare peggio di un noob, sembro uno zombie.
19 e spiccioli arriva la Giorgia, scatto in piedi, pronto. Pochi minuti e siamo in macchina, direzione ospedale di Frattamaggiore provincia di Napoli.
Arriviamo lì, parcheggiamo e ci avviamo verso la struttura. Arriviamo all' accettazione, non c'è nessuno... strano ....
Attendiamo in piedi, dopo 10 minuti abbondanti ecco arrivare l' addetto dell' accettazione, finisce la sigaretta e ci liquida in perfetto napoletano dicendoci dove andare.
Ci incamminiamo.
E' curioso come fino a quel momento un senso di sicurezza pervadesse il mio corpo.
Vedevo mio figlio come un supereroe, immune da tutto, impossibile accettare altre ipotesi.
Questo ottimismo aiutava sia me che Giorgia.
Arriviamo al reparto ginecologia/ostetricia, ci attendono due uomini in camice bianco e una donna, spieghiamo la situazione e un dottore e la donna ci accompagnano in uno stanzino, praticamente uno sgabuzzino, in quella stanza, la macchina per l'ecografia transvaginale, spenta.
Provano ad accenderlo, parte, il monitor ci propone le stesse immagini ridondanti viste milioni di volte accendendo il pc, sistema operativo WinXp, andiamo bene.
Ok, il Pc si è acceso, sta caricando il programma di interfaccia all'ecografo.
Schermata blu.
Bestemmio il mondo in perfetto silenzio.
Provano più volte a far ripartire il trabiccolo ma nulla da fare.
Ci riaccompagnano nella prima stanza, dove era rimasto uno dei dottori.
In quella stanza c'è un ecografo addominale risalente alle guerre puniche,
ma almeno parte e non ha windows come s.o.
Incomincia l' ecografia, il dottore ci mette un secolo per mettere a fuoco il bimbo. Eccolo. C'è.
Il dottore ci dice: " Non riesco a trovare il cuore, ma comunque il feto è in forte scompenso, è di 1,4cm ".
Trasaliamo entrambi: "... Come 1,4 cm, un mese fa era 1,65 ...".
Il dottore senza guardarci ci risponde: "Quindi mi confermate la diagnosi, aborto".
Il cielo si è infranto su di me, ho sentito il mio corpo liquido spargersi sul pavimento, mi sentivo vuoto, smarrito.
Il dottore poi ci spiega che dovremmo andare in un altro ospedale più attrezzato, che era consigliabile il ricovero per un raschiamento, ma che il loro ospedale non poteva ricoverarla perchè il reparto aveva avuto una disinfestazione (senza specificare da cosa) e che dovevamo firmare che noi rifiutavamo il ricovero.
A ripensarci ora, a freddo, era da fare una strage, ma in quel momento, stordito da tutto, pareva plausibile, firmiamo e scappiamo da quell' "ospedale".
Abbracciati, piangendo arriviamo in macchina, inizio a piangere come uno scemo, cerco di farmi forza, accendo la macchina e parto in direzione di un ospedale a Napoli; come coglioni scegliamo il Cardarelli (è il più famoso, lo si sente spesso ai TG, no?!).
Sulla superstrada per Napoli, in macchina, la situazione era drammatica, più volte ho dovuto fare i 10 km orari perchè le lacrime inondavano gli occhi come secchiate sul parabrezza, mi sentivo morire, il dolore era devastante, sentivo lacerarsi la carne, disperato.
Arriviamo ormai in serata al Cardarelli, ci rechiamo al reparto.
All' accettazione del reparto, in attesa di un medico per un controllo (orario di cena?), ci sono 9-10 persone, alla fine si scoprono che sono solo 2 visite.
Dopo 30 minuti, è il nostro turno. Non posso assistere alla visita (why? troppo morto per protestare). 200 secondi ed ecco rientrare la Giorgia col dottore. Chiedo informazioni al Dottore, mi dice che la perdita è normale, che non mi dovevo preoccupare, tutto ok, è normale.
O_o eh?
Io => "Ma l' ecografia che dice? Batte il cuore?"
Dr=> "Ecografia? Noooo, non ho fatto l' ecografia: non facciamo ecografie perchè altrimenti tutte le napoletane incinte verrebbero qua a lamentare dolori per farsi l'ecografia GRATIS"
O_o eh?
Dr=> "Ho visitato sua moglie, non ho riscontrato perdite, il condotto vaginale è pulito"
Io => "Si, ma io non sono napoletano..."
Dr=> "Mi spiace, sono direttive..."
Avevamo intenzionalmente nascosto di essere stati all' ospedale di Fratta, molto probabilmente, sapendolo, ci avrebbero fatto l'ecografia, comunque a conti fatti avevamo 2 ipotesi:

1) Un dottore che grazie a noi ci conferma l'aborto
2) Un dottore che ci tranquillizza che è tutto normale

non ci restava che aspettare il controllo dal nostro ginecologo, dopo il week-end.

P.S. Non voglio criticare i napoletani e il loro "sistema", chi mi conosce, sa come la penso, giudicate voi. Tra disinfestazioni, sedili rattoppati col nastro da pacchi marrone, ancora non sapevamo se il nostro bimbo era vivo.